Il vestito nuovo dell'Imperatore

di Gianni Rodari, dalla fiaba H.C. Andersen


 
SCENA PRIMA               SCENA SECONDA

 

 

 

                                                                       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Nell'anticamera della stanza da letto dell'imperatore,

cortigiani e ciambellani, ministri e ammiragli,

generali e camerieri aspettano che Sua Maestà si alzi.

Qualcuno origlia alla porta, altri guarda dal buco

della serratura e riferisce ciò che vede agli astanti.

 

 

- Che fa Sua Maestà?

 

- Sbadiglia.

 

- O meraviglia!

 

- Respira.

 

- O portento!

 

- Si stira.

 

- Come?

 

- Così: allarga le braccia imperiali da qui fin lì.

 

- Che stile!

 

- E la regina che fa?

 

- Dorme ancora.

 

- Ah, una vera signora...

 

- Ha un sonno così signorile...

 

- E adesso?

 

- Sua Maestà...si alza!

 

- Davvero?!?!

 

- Si alza tutto intero?

 

- Sì, ma...un po' per volta.

 

- Eccezionale!

 

- Posa sul pavimento il piede sinistro...

 

- Ahi, ahi, brutto segno, porta male!

 

- No, scusate, era il destro.

 

- Ottimo! Sarà certo una giornata fortunata.

 

- Eccolo, arriva.

 

- Evviva! Evviva!

 

Si apre la porta. Compare l'imperatore sbadigliando e stiracchiandosi.

 

Tutti - Buongiorno, Maestà!

 

Imperatore - Buongiorno, buongiorno, signori cortigiani, generali, ammiragli, ciambellani.

 

Tutti - Baciamo le mani!

 

Imperatore - Non vedo il cavaliere dello specchio.

 

Un dignitario si affretta a farsi largo tra la folla

e presenta all'imperatore uno specchio ovale con

cornice d'argento (oppure quadrato con cornice d'oro,

ma non importa se è trapezoidale con cornice di lapislazzuli).

Sua Maestà caccia fuori un palmo di lingua.

 

Imperatore - Com'è la lingua?

 

Tutti - Pulita.

 

Imperatore - Non è un po' bianca?

 

Tutti - Nooo!

 

Imperatore - Perfetto. La purga ha fatto effetto. Manderò in ringraziamento dodici lecca-lecca al farmacista.

 

Tutti - Come sarà contento!

 

Ministro - Come avete riposato, Maestà Imperiale?

 

Imperatore - Uh, male, molto male! Tutta la notte ho udito un orribile chiasso. Che cosa succedeva là in basso?

 

Ministro - Perdonatemi, Sire, la colpa del rumore è forse mia: ieri mi sono preso il raffreddore e a mezzanotte in punto...ho starnutito!  

 

Altri - Orrore!

 

       - Inaudito!

 

       - Deplorevole caso!

 

Imperatore - Vi farò tagliare il naso!

                   Ora però pensiamo a cose serie: che vestito mi metto?

 

Cortigiano - Maestà, mi permetto di suggerirvi quello con il panciotto d'oro e il mantello d'argento: vi sta proprio a pennello!

 

Imperatore - Ma pesa che fa spavento!

 

Ciambellano - La pelliccia di pulci!

 

Imperatore - Mi pizzica...

 

Ammiraglio - La giacca di petali di rosa!

 

Imperatore - A quest'ora sarà appassita...

 

Consigliere segreto - L'abito di frutta candita?

 

Imperatore - Portarlo non posso, tutte le mosche mi vengono addosso. Ma insomma, perché vi pago? Signori della corte, trovate un'idea nuova o vi condanno tutti quanti a morte!

 

I presenti impallidiscono, battono i denti,

qualcuno fa finta di non essere lì, altri si

avvicinano senza parere all'uscita, ma non

possono uscire perché entra un usciere con

un annuncio urgente.

 

Usciere - Maestà, due mastri sarti da Merlopoli venuti chiedono umilmente di essere ricevuti.

 

Imperatore - Merlopoli? E dov'è?

 

Cortigiano - Dalle parti di Forlinpopoli...

 

Ciambellano - In Brisgovia...

 

Maggiordomo - In Merlandia...

 

Imperatore - Bando alla geografia e largo alla sartoria. Introducete i mastri alla sacra presenza mia...

Avanti, avanti, signori sartori, mostrateci le vostre novità.

 

Primo tessitore - Maestà!

 

Secondo tessitore - Maestà!

 

Primo tessitore - Siamo giunti fin qui...

 

Secondo tessitore - Fin qui...

 

Imperatore - Parli uno solo, o arriva mezzodì!

 

Primo tessitore - Sire, non vi portiamo un abito, ma un miracolo.

 

Imperatore - E parla come un oracolo, il somaro...

                   Spiegatevi più chiaro!

 

Primo tessitore - Per anni ventisette, un mese e un giorno, abbiamo studiato la ricetta di una stoffa perfetta, straordinaria, più leggera dell'aria, più trasparente dell'acqua di sorgente.

La cosa più sorprendente è che il nostro tessuto non può essere veduto da chi degno non è.

 

Imperatore - Cioè? Cioè?

 

Primo tessitore - Ecco, il nostro modello invisibile resta per coloro che in testa hanno poco cervello...

 

Secondo tessitore - ...e per le persone che occupano certe poltrone, certe cariche altolocate senza averle meritate.

 

Mentre l'imperatore assimila lentamente,

meditando, le informazioni appena ricevute,

i presenti impallidiscono per la seconda volta

e si confidano le loro impressioni tra parentesi:

 

Cortigiani - (Che stoffa pericolosa...

 

              - Non mi piace quell'allusione alle poltrone...

 

              - C'è aria di sovversione...

 

              - ...di attentato allo Stato!)

 

Anche l'imperatore scambia con se stesso, senza farsi sentire, le sue impressioni:

 

Imperatore - (Che magnifico potere! Con quelle vesti finalmente potrò sapere se i miei ministri sono onesti o ladri, intelligenti o sciocchi, sinceri o bugiardi...)

Signori sarti, al lavoro: vi pagherò a peso d'oro!

 

Primo tessitore - Ce ne occorre un quintale.

 

Tutti - Un quintale?!?

 

Secondo tessitore - Sì, tanto per cominciare a filare.

 

Imperatore - E...per...finire?

 

Primo tessitore - Seta.

 

Secondo tessitore - Della più fina.

 

Primo tessitore - Della più pregiata.

 

Secondo tessitore - Una tonnellata.

 

Imperatore - Nient'altro?

 

Primo tessitore - Un sacco di diamanti e di brillanti.

 

Secondo tessitore - Forse anche due sacchi.

 

Imperatore - Ma che sarti bislacchi!

Io trovo tutto ciò divertente un bel po'. Su, pensateci voi, signori ciambellani, io me ne andrò in giardino a giocare con i cani.

 

Primo tessitore - Maestà, abbiate pazienza, dobbiamo prima prendervi le misure.

 

Secondo tessitore - Non si può fare senza...

 

Imperatore - Più che giusto! Sento già che sarà un vestito di mio gusto!

 

Alla parola <<vestito>> compare la regina,

appena sveglia ma già piena di curiosità e di

entusiasmo.

 

Regina - Un vestito? Per me?

 

Imperatore - Veramente...

 

Regina - Capisco, come al solito hai pensato a te. Io sono la regina, a quello che si dice, anzi, l'imperatrice, ma devo andare in giro arrangiata come una contadina.

 

Piange e pesta i piedi. Però non è vero che sia

malvestita: ha indosso tre o quattro manti, uno

più prezioso dell'altro, porta un diadema, due

dozzine di collane e ventisette braccialetti.

L'imperatore, mentre i sarti gli prendono le misure,

la sgrida.

 

Imperatore - Non fare capricci, altrimenti ti metterò in castigo dietro il trono!

 

Regina - Perdono, perdono! Non lo farò più!

 

Imperatore - Finiscila di piangere: il vestito nuovo l'avrai anche tu.

                   Sarti, a lei pure prendete le misure.

 

Regina - Mi raccomando, che sia all'ultima moda.

 

I due tessitori - Alla moda di Merlopoli, signora!

 

Primo tessitore - Ecco fatto, i vestiti saranno pronti tra un'ora.

 

Secondo tessitore - Tra un'ora.

 

Imperatore - Vieni, cara, lasciamoli tranquilli, andiamo in giardino a giocare ai birilli.

 

I sovrani escono tenendosi per mano. La corte li segue.

 

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SCENA SECONDA

 

I tessitori sono soli e fingono di lavorare.

Accanto a loro mucchi di sete e damaschi,

ori e argenti eccetera. Ci sono anche le due

enormi valigie con cui sono arrivati. Se cìè

pure un moscone, cacciatelo via. I tessitori

canticchiano una strana canzoncina.

 

Primo tessitore - C'era una volta un vestito di niente,

 

Secondo tessitore - fatto di niente,

 

Primo tessitore - cucito con un ago di niente,

 

Secondo tessitore - un ditale di niente,

 

Primo tessitore - forbici di niente,

 

Secondo tessitore - per gente da niente,

 

Primo tessitore - da niente.

 

Muovono le mani nell'aria fingendo di tagliare,

cucire, svolgere stoffe, infilare aghi, asciugarsi

il sudore che non c'è. Dopo un po' si sente bussare alla porta.

 

Ciambellano - È permesso? È permesso?

 

Primo tessitore - Avanti, accomodatevi, signore.

 

Ciambellano - Mi manda l'imperatore a vedere il vestito a che punto sta.

 

Primo tessitore - Siamo quasi a metà della metà.

 

Secondo tessitore - Presto sarà finito.

 

Primo tessitore - Eh, anche prima...

 

Il ciambellano si guarda intorno

sbalordito, a bocca aperta.

 

Ciambellano - (A metà? Mi stupisco. Io niente vedo e niente ci capisco.)

 

Primo tessitore - Che ne dice, Eccellenza?

 

Secondo tessitore - Non è una magnificenza?

 

Primo tessitore - Che riflessi, che tinte...

 

Secondo tessitore - Queste rose non sembrano dipinte?

 

Ciambellano - Ah, sì, le rose...certo...Uh...davvero carine...

                   (Non vedo né rose né spine. Non vedo un accidente.

                    Sarà segno che non sono intelligente? Non mi ero accorto

                    di essere uno stupido o un indegno, ma se lo sanno gli altri sono morto...

                   Fingerò di vedere...)

Che opera d'ingegno! Che finezza! Che delicatezza! Un lavoro mirabile, insuperabile...

 

Primo tessitore - Eccellenza, lei è molto amabile.

 

Secondo tessitore - Osservi questa sfumatura...

 

Ciambellano - Arte! Arte pura di squisita fattura!

                   (E pensare che vedo soltanto aria pura.)

Signori, mi compiaccio. Permettete, vi abbraccio...

Riferirò, riferirò...

 

Si ode bussare per la seconda volta. C'è un nuovo visitatore.

 

Cortigiano - Disturbo? Si può? La regina m'invia in cerca di notizie sulla sartoria.

 

Ciambellano - Collega illustrissimo, venite, venite, stupite, sbalordite, osservate questa meraviglia!

 

Cortigiano - (Ma per chi mi piglia? Non vedo nulla...Ah, già... Zitto, per carità:passare per un citrullo non mi va...)

 

Ciambellano - Dunque, che ve ne pare?

 

Cortigiano - Mi sento abbacinare...Un'opera superlativa...

 

Ciambellano - Guardate questa rosa, sembra viva!

 

Cortigiano - Quella rossa?

 

Ciambellano - No, quella gialla, questa qua.

 

Cortigiano - Io guardavo di là ... Proprio un quadro da mettere in cornice.

 

Ciambellano - Chissà come sarà felice l'imperatore quando vedrà...

 

Cortigiano - La regina di gioia ballerà...

 

Si sente di fuori un certo trambusto:

sta arrivando l'intera corte.

 

Imperatore - Come va?

 

Regina - Come va?

 

Imperatore - Di aspettare mi sono seccato, spero che il mio vestito sia terminato.

 

Regina - Anche il mio! Anche il mio!

 

Primo tessitore - Sire, un istante, attacco questo bottone di diamante.

 

Secondo tessitore - Madama, un momentino, aggiungo questo volantino...

 

Primo tessitore - Ecco fatto, Maestà, siete soddisfatto?

 

Secondo tessitore - Madama, siete contenta?

 

Regina - Resto di princisbecco! (Non vedo un fico secco.)

 

Imperatore - (O effetto terribile della stoffa invisibile! Dunque non sono degno di fare l'imperatore, o nel caso migliore ho una testa di legno?)

 

Regina - (Che abbia ragione il popolo quando dice che sono un'oca? Ahi, mi sento morire di vergogna...)

 

Imperatore - (Qui fingere bisogna...) Signori, vi dirò il mio parere imperiale: il vestito è ... mica male.

 

Regina - Ma caro, ma caro, delle tue auguste lodi non essere così avaro: non ho mai visto niente di più bello!

 

Essa finge di accarezzare il vestito

che i sarti fingono di mostrare e i cortigiani di ammirare...

 

Cortigiani (a più voci) - È vero!  È vero!

 

                               - I due imperiali vestiti sono una sciccheria!

 

                               - Una poesia!

 

                               - Una rapsodia!

 

                               - (Scusi, collega, ma questa parola che vuol dire?)

 

                               - (Solo gli intelligenti la possono capire).

 

Imperatore - Abiti tanto egregi non furono mai visti. Per mostrare agli artisti la mia benevolenza e la mia alta approvazione concedo loro questa decorazione e il titolo di eccellenza trasmissibile fino alla diciassettesima generazione.

 

Egli si leva di tasca due grossi medaglioni

e decora i sarti. Applausi

dei presenti (si può dire anche <<degli astanti>>).

 

Primo tessitore - Sire, ci confondete... Ora, se permettete, faremo una prova della veste nuova.

 

Imperatore - Una prova, dite?

 

Regina - Anche a me?

 

Secondo tessitore - I vestiti si vedono meglio indosso, voi capite.

 

Imperatore - Capisco...Debbo spogliarmi?

 

Regina - Anch'io?

 

Primo tessitore - Degnatevi, maestà...

 

Secondo tessitore - Degnatevi, sovrana...

 

Con l'aiuto della corte i due

regali personaggi si spogliano delle

loro bardature. Poi un tessitore

finge di rivestire il re, l'altro di rivestire la regina.

I cortigiani improvvisano una gara di

esclamazioni, tutte con il punto esclamativo.

 

Cortigiani - Spettacolo adorabile!

 

              - Stupendo!

 

              - Intramontabile!

 

              -(Che cosa c'entra il tramonto?)

 

              -(Chi non capisce è tonto!)

 

Primo tessitore - No, sire, l'altro braccio... ecco, così ... perfetto ...

 

Secondo tessitore - Aspetti che l'allaccio...

 

Regina - La gonna non è un po' lunga?

 

Cortigiani - Fa un magnifico effetto.

 

Imperatore - Pesa pochissimo, mi sento freschissimo.

 

Primo tessitore - Scusate questa pieghina sul petto.

 

Secondo tessitore - Ed ora camminate, camminate...sì...così...

 

Cortigiani - Ah, se vedeste sire come dona alla vostra augusta persona.

 

Regina - E a me come mi sta?

 

Cortigiani - D'incanto, sacra maestà!

 

             - Che eleganza!

 

             - Un po' inglese...

 

             - Inglese? Suvvia, codesta è un'eresia. Questa è moda francese.

 

             - Cinese!

 

             - Modenese!

 

             -(È moda di quel paese...)

 

Si ode uno squillo di tromba, che tronca ogni discussione.

 

Imperatore - È arrivata la banda?

 

Maggiordomo - Sire, tra poco ha inizio la parata.

 

Imperatore - Uh, guarda, me l'ero scordata.

 

Maggiordomo - Il programma prevede per l'occasione che le Loro Maestà si affaccino al balcone.

 

Cortigiano (uno più cortigiano degli altri) - Presentatevi in questo costume, Sire, e sembrerete un nume.

 

Regina - E io? E io?

 

Cortigiani - Una ninfa!

 

              - Una dea!

 

              - Una star!

 

Si odono altri squilli di tromba,

cui si mescolano applausi e grida

di evviva.

 

Maggiordomo - La folla attende ansiosa di ammirare quest'opera miracolosa.

 

Imperatore - E sia! Si vada! Fatemi strada. Voglio mostrarmi al popolo in tutto il mio splendore.

 

Regina - Anch'io mi sento splendente come una stella. Però sono più bella.

 

I servi spalancano il balcone che

dà sulla piazza. Il corteo

imperiale si avvia, preceduto

dal maggiordomo che si affaccia

per primo a dare il lieto annuncio:

 

Maggiordomo - Ecco le loro imperiali maestà! Lunga vita e felicità!

 

Tutti - Felicità.

 

Di nuovo applausi, evviva, grida

di meraviglia, squilli di tromba,

tanti oh, tanti ah, tanti eccetera.

I due tessitori, non visti, riempiono le grosse valigie con

gli ori, gli argenti, le stoffe preziose,

le sete trapunte di diamanti...

 

Primo tessitore - Collega, se non sbaglio è ora di fare il bagaglio.

 

Secondo tessitore - La carrozza ci aspetta, facciamo in fretta.

 

Applausi, applausi, ancora

applausi. Poi, d'improvviso,

altissima e fresca, la voce di un bambino:

 

Bambino - Ma non vedete, o gente, che le Loro Maestà non hanno indosso niente?

 

Voci dalla folla - Monello impertinente!

 

                     - Tappategli la bocca!

 

                     - Cosa ci tocca sentire...

 

                     - Ma è vero...

 

                     - È la verità...

 

                     - È la vera, verissima verità...

 

                     - Hanno scambiato il balcone per la camera da letto.

 

                     - O per il gabinetto!

 

Urla, risate, fischi. Un pandemonio.

Cortigiani che scappano,

ciambellani che se la filano,

ministri che scivolano via

a quattro zampe. I due augusti sovrani

si coprono le orecchie per non sentire,

si coprono gli occhi per far finta

di non essere lì. Nessuno si

accorge dei due tessitori che se ne

vanno curvi sotto il loro carico prezioso.

 

Primo tessitore (al pubblico) - Signori e signore, salutateci voi l'imperatore.

 

Secondo tessitore (al pubblico) - Il lavoro ci chiama: salutateci pure Madama.

 

L'imperatore, voltandosi, fa

appena in tempo a vedere le

loro schiene. Egli corre qua e là,

gridando ordini che nessuno ascolta:

 

Imperatore - Olà, cortigiani, ciambellani, maggiordomi, ammiragli... Presto, chiamate il boia!

 

Un cortigiano - Per i due truffatori, Maestà?

 

Imperatore - No! No! Per quel bambino che ha detto la verità!

 

Cortigiano - Agli ordini, Sire!

                (al pubblico) Ma voi, se lo vedete, ditegli di fuggire... nascondetelo...   proteggetelo...

E quando sarà grande tornerà per mettere in fuga mille bugiardi con una sola verità.

 

Fine

 

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