PREMESSA

 

Lo studio della geografia, così come della storia, nella scuola primaria viene vissuto come momento fortemente traumatico della crescita culturale degli allievi, sia da parte loro che da parte degli insegnanti e dei genitori.

I bambini trovano estrema difficoltà a organizzare i contenuti complessi e interconnessi, propri delle scienze sociali e umane, e ad articolarli in discorsi chiari e coesi.

Spesso l'approccio con lo studio di tali materie diventa puro esercizio di memoria e lo sforzo di ricordare allontana il traguardo dell'apprendere.

Il ricorso alle mappe mentali è certamente il metodo di insegnamento-apprendimento più valido e vantaggioso, ma la sperimentazione didattica può e deve continuare a battere nuove strade. Il lavoro di ricerca-azione investe sia l'atto dell'apprendere che quello dell'insegnare, in sinergia e in contemporaneità.

Questo laboratorio si presenta, dunque, come una "sperimentazione" didattica euristica, che non garantisce a priori risultati di apprendimento "nozionistici",  ma stimola la creazione di competenze allotrie o, per essere ottimisti, interdisciplinari.