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Giorgio era attento e curioso e, come gli altri bambini, da quando era nato aveva incominciato a osservare il mondo intorno a lui. Gli piaceva guardare dalla finestra della sua stanza il cielo azzurro con le nuvole bianche che passavano lentamente come pecorelle, il sole grande e caldo, la luna e le stelle, le case, le persone che camminavano per la strada, il viso della mamma. Ascoltava la voce del papà, il canto degli uccelli: tutto era bello e nuovo per lui. Un giorno il papà portò a casa una grossa scatola e gli disse: <<Questa è una finestra, dalla quale potrai vedere e ascoltare le voci del mondo lontano come se fosse vicino>>. Il bambino non sapeva che cosa voleva dire "vicino" e "lontano", ma vi guardò dentro e vide cose strane che lo incantavano e che al suo paese non c'erano: montagne, il mare, scimmie che saltavano sugli alberi, gatti che rincorrevano i topi, uccelli che volavano. Quel mondo gli piaceva perché quando la mamma lo accendeva, sentiva una musica che faceva danzare le figure. Non sapeva dove andavano ma era bello osservare il mondo che si muoveva. Ogni tanto c'erano storie di animali che lottavano, scappavano velocissimi, cadevano e non si facevano male, come se fossero di gomma. Di tutte le cose che vedeva nell'altro mondo finto, queste storie gli piacevano molto. La mamma gli spiegò che erano cartoni animati. E lui li cercava e si divertiva un mondo a vederli. Il mondo che vedeva dalla finestra della sua stanza era fermo, quello dei cartoni animati era invece veloce, pieno di movimento e di vita, era il mondo che piaceva a lui. Quando andò a scuola, se la maestra gli raccontava una favola, Giorgio era felice perché le scene del racconto le immaginava vive, come quelle che vedeva nei cartoni della televisione, ma lo studio sui libri era noioso: c'erano spesso le figure ma erano ferme, come morte. La maestra se ne accorse e glielo disse. E Giorgio, che era sincero, glielo confermò:<<Io la scuola la farei con i cartoni. Non mi piace il mondo fatto così, senza storie vive>>. La maestra gli disse:<<I disegni li fate voi e perciò c'è dentro la vostra fantasia>>. <<Ma non si muovono. Per esempio quel disegno che ho fatto io quando hai spiegato che l'autunno è il tempo che le rondini vanno via, io l'ho fatto ma le rondini sono ancora lì, sui fili della luce>>. La maestra e i compagni sorrisero, si strinsero intorno a lui e al disegno e dissero: <<Ma come si fa a disegnare il loro viaggio?>>. E Giorgio: <<Con un cartone animato>>. E così, insieme a lui, tutti i bambini che l'anno scolastico seguente avrebbero lasciato la scuola dell'Infanzia, i bambini delle classi prime e un gruppo di alunni di quinta inventarono i cartoni intitolati "Favole di Animani".
Adattamento da "Il mondo che si muove" di Mario Lodi |
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ESECUTORI |
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Insegnanti delle classi prime di scuola primaria e insegnanti delle sezioni di scuola dell'infanzia con bambini di 5 anni, operanti con i rispettivi alunni; un insegnante con competenze di informatica operante con un gruppo di allievi di quinta primaria, i quali realizzeranno il filmato Favole di Animani. |
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